storia

Nel nome dei padri.

Ho visto molte foto di padri oggi. 
Sono foto di volti solcati da rughe che contengono vite intere lunghe il doppio di quelle di oggi, mani forti e callose che stringono figli, padri e madri a loro volta, e che tengono sulle ginocchia figli dei figli.

Ho visto foto digitali fatte alle foto analogiche; foto di sorrisi autentici, larghi a tal punto da trasformare gli occhi in fessure luminose testimoni di storie affascinanti e desuete, gli aneddoti del militare, le irripetibili punizioni dei nonni, gli innamoramenti che durano una vita e quelli segreti e mai palesati, talvolta sepolti.

Ho visto pose spontanee incorniciate da abiti anni ’80 che oggi incroci solo al mercatino dell’usato, con quell’odore tipico che sentivi in casa dei nonni, un profumo che al contrario dei tessuti lisi sembra essere stato in grado di fermare il tempo.

Ho visto ritratti di famiglie numerose immortalati dal click sonoro e meccanico delle macchine fotografiche che non ammettevano selfie in sequenza, dove valeva il “buona la prima”, che nel rullino da 24 o da 36 non c’era mica spazio per i tentativi. E quella stessa bobina avrebbe archiviato i successivi compleanni, le vacanze estive e la foto in cartella al primo giorno di scuola. Immagini di due intere stagioni che avresti rivisto forse a settembre, quando ai ricordi offuscati arrivava, supplente, la memoria storica e indelebile della pellicola.

Oggi ho visto figli celebrare i padri, altri onorarne il ricordo, altri sforzarsi di colmare un’assenza scorrendo al rallenty il proprio personalissimo film, frame dopo frame, di quelli che hai visto mille volte e di cui conosci le battute a memoria, ma su cui sei sempre pronto a mettere play.


Un pensiero riguardo “Nel nome dei padri.

  1. Grazie, Lara, per questa riflessione dedicata a Loro. Mi piace molto pensare alla definizione del legame con i Padri che ritroviamo in letteratura informatica: “Un albero è la struttura dati che si riconduce al concetto di albero con radice. Un albero si compone di due tipi di sottostrutture fondamentali: il nodo, che in genere contiene informazioni, e l’arco, che stabilisce un collegamento gerarchico fra due nodi: si parla allora di un nodo padre dal quale esce un arco orientato che lo collega ad un nodo figlio”. Legami, nodi, deboli che si slacciano o robusti, a doppio nodo.

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